Fondo di Garanzia per le PMI: facciamo chiarezza

Su alcuni Gruppi Facebook sono apparse insinuazioni e invettive, volte a ridicolizzare ed a disinformare i lettori sul funzionamento del Fondo di Garanzia per le PMI istituito con Legge n. 662/96 (art. 2, comma 100, lettera a) e operativo dal 2000 (cd Fondo per il Microcredito).

Il presente intervento mira a spiegare come funziona il Fondo, in maniera che Tutte/i Voi possiate controbattere a tali falsificazioni, ma vuole anche essere un contributo alla conoscenza ed alla consapevolezza di noi Tutte/i perché il principio fondativo del Movimento 5 Stelle è la PARTECIPAZIONE, che sempre presuppone la conoscenza, dalla quale deriva la consapevolezza: si tratta di un percorso complesso perché è per tutti più facile delegare; la delega è infatti istituto confortevole, in quanto ci deresponsabilizza. Ricordiamoci sempre però che anche una delega può funzionare quando il delegante è capace almeno quanto il delegato, perché solo in tal modo potrà valutare, stimolare, rendere più efficace l’operato del delegato. Armiamoci di pazienza, dunque (basteranno pochi minuti), per capire come funziona questo Fondo che, lo ricordiamo, è istituito con Legge dello Stato ed è patrimonio di Tutte/i le/i Cittadine/i che fanno (o che potrebbero voler fare, in futuro) impresa.

Partiamo dalle basi: il “Microcredito” è definito, dalla stessa Legge, come “credito di piccolo ammontare finalizzato all’avvio di un’attività imprenditoriale o per far fronte a spese d’emergenza, nei confronti di soggetti vulnerabili, dal punto di vista sociale ed economico, che generalmente sono esclusi dal settore finanziario formale”.

Quindi, le iniziative che il Fondo finanzia sono iniziative di piccole e/o piccolissime imprese che, non avendo requisiti organizzativi, patrimoniali, gestionali sufficientemente grandi/solidi per sostenere positivamente un’istruttoria creditizia bancaria, vengono supportate dal Fondo.

In che modo opera il Fondo? È importante capirlo, perché molte delle invettive recenti – sbalorditive per l’ignoranza che denotano – ridicolizzano l’operato del Fondo, sostenendo che – avendo il Fondo aiutato oltre 7mila PMI – ed avendo il Movimento 5 Stelle versato circa 23 milioni di Euro – alle PMI sarebbe andata, mediamente, un’elargizione di circa 3.300 Euro cadauna.

RAGIONAMENTO ERRATO DI CHI NON CONOSCE IL FONDO PER IL MICROCREDITO

23 milioni : 7.000 PMI = 3.300 Euro cadauna

ovvero

23 milioni di Euro

                                     _________________= 3.300 Euro cadauna

7.000 PMI

In primis va detto che il Fondo viene finanziato dallo Stato e che fino al 5 agosto 2013 (giorno in cui fu approvato un emendamento presentato dal Movimento 5 Stelle, in Commissione Bilancio-Affari Costituzionali) non esistevano forme alternative di finanziamento, cioè nessun privato poteva donare al Fondo risorse aggiuntive. L’emendamento citato, consentì – e tuttora consente – di apportare risorse extra -statali al Fondo, tant’è che i 23 milioni di donazioni, effettuati dai portavoce deputati e senatori (nonché dai consiglieri regionali e da Europarlamentari) del Movimento costituiscono una cospicua parte dei soldi disponibili per favorire l’accesso al credito bancario delle PMI.

Tuttavia, nella (errata!) ipotesi di frazione sopra riportata il numeratore non è pari a 23 milioni di Euro ma ben più elevato. In particolare, sebbene il Fondo non fosse divenuto pienamente operativo prima dell’iniziativa del Movimento 5 Stelle, con la sua attivazione lo Stato aveva effettuato stanziamenti che, al 2016, ammontavano ad Euro 30 milioni. Nel 2016, dunque, considerate anche le donazioni effettuate dal Movimento 5 Stelle (Euro 10 milioni circa) il Fondo aveva già una capienza di Euro 40 milioni. Non mi risultano ulteriori stanziamenti da parte del Governo (potrei non essere informato). Possiamo comunque dire che il Movimento ha incrementato le giacenze del Fondo, in fase iniziale, per circa il 25%. Ad oggi, in assenza di altri stanziamenti, non siamo lontani dal 50%. In ogni caso, la frazione esatta sarebbe

53 milioni di Euro = 7.571 Euro cadauna 7.000 PMI

 Già quanto sopra basterebbe a far comprendere quanto siano poco informati i detrattori dell’iniziative ed a qualificare come diffamatorie le affermazioni che si vedono circolari in alcuni gruppi. Ma vi è di più….molto di più.

 Come si può dedurre dal titolo stesso del Fondo, NON siamo in presenza di un Fondo di Finanziamento (come quelli, ad esempio, relativi alle misure dei Programmi UE) bensì trattasi di un Fondo di Garanzia.

 Cosa sono, dunque, i Fondi di Garanzia? Si tratta di strumenti – pubblici o privati – che servono ad offrire una garanzia – a favore delle Banche e/o di altri soggetti autorizzati all’esercizio dell’attività creditizia – in luogo di coloro che, avendo necessità di ottenere un finanziamento, non hanno sufficienti garanzie da prestare. La quota del Fondo mediamente utilizzata (7.571 Euro di cui sopra, per capirci) non è dunque il finanziamento che ottiene la PMI ma è la garanzia data alla Banca per consentire l’erogazione del finanziamento in favore di una PMI. D’altro canto, è lo stesso Ministero per lo Sviluppo Economico a dichiarare, sul proprio sito, che l’intervento del Fondo assistito dalla garanzia dello Stato abbatte il rischio sull’importo garantito fino a 2,5 milioni di euro per ogni singola richiesta di finanziamento (ricordiamo che una impresa può fare quante richieste vuole).

 Dov’è dunque la colossale bugia mistificatoria agitata dai detrattori del Fondo per il Microcredito? Semplice: quando una Banca eroga un finanziamento, viene pagata per il rischio che si assume e, al pari di ogni altro commerciante, anche per il costo della materia prima che vende. Ognuno di voi sa che sui mutui vengono pagati interessi; ebbene, il tasso d’interesse è composto da un tasso d’intermediazione uguale per tutte le Banche – tendenzialmente coincidente coi tassi fissati dalla BCE, cioè la Banca Centrale Europea a cui tutte le banche ricorrono per ottenere prestiti – maggiorato dello spread, che è poi il guadagno/ricavo che la banca tiene per se. Accade che alcune imprese – tendenzialmente perché non hanno sufficiente capitale ma anche per altre ragioni (in quanto start up non hanno una ”storia” finanziaria e quindi hanno un rating basso, sono poco capitalizzate, operano in settori rischiosi come l’export verso Paesi in via di sviluppo ecc.) – non riescano ad ottenere finanziamenti perché, non potendo offrire garanzie, non riescono a conseguire, dalle loro Banche, delibere creditizie positive. Può anche però accadere che, pur ottenendo delibere creditizie positive, il costo del finanziamento (cioè il tasso da pagare) sia troppo elevato, perché in assenza di garanzie il rischio per la Banca è assai maggiore e la Banca – in base al suo regolamento interno – per poter finanziare quella particolare impresa/quel particolare progetto non può applicare tassi più bassi. In quel caso interviene il Fondo, prestando garanzia al posto della PMI che richiede il finanziamento. Il meccanismo delle garanzie, però, non opera in modo paritario o secondo una divisione, bensì in base a dei moltiplicatori.

 Vi faccio un esempio perché si tratta di materie finanziarie che possono apparire complesse ma è utile conoscerle Tutte/i.

Tizio va in Banca perché deve ristrutturare casa. La casa è sua ed è libera da ipoteche ma a lui servono 100mila Euro per fare i lavori e non li ha tutti. La Banca gli dirà che può finanziare non più di 80.000 Eurodi lavori. Statisticamente, però, ogni 100mila Euro prestati, circa 7mila non tornano indietro. Quindi la BCE – che vigila sulle Banche e che dovrebbe evitare concessioni di credito irregolari – impone alla Banca, qualora prestasse gli 80mila Euro, di accantonarne 5.600. Questo vuol dire che, per dare a Tizio 80mila Euro, la Banca deve tirare fuori Euro 85.600. Quindi Tizio dovrà restituire, nel tempo, 85.600 Euro, più il tasso BCE (calcolato su 80.000 Euro) più il guadagno della Banca (cd spread).

Le regole BCE, però, consentono, in caso d’ipoteca (che è una garanzia) di abbattere del 50% l’accantonamento. Quindi, nel ns esempio, Tizio potrà rimborsare “soltanto” 82.800 Euro, oltre al tasso BCE più lo spread.

 Se ci fosse un fondo di garanzia disposto a garantire per l’intero debito, tizio potrebbe non concedere ipoteca e dovrebbe restituire soltanto 80mila Euro oltre al tasso.

 Se Tizio poi non potesse offrire un’ipoteca, perché magari la casa è in affitto o perché ha già prestato ipoteca ad altri, la Banca non potrebbe proprio concedere il finanziamento, salvo che non ci fosse un terzo datore d’ipoteca e/o un Fondo di Garanzia disposto a coprire, almeno parzialmente, il rischio della Banca.

 L’esempio fatto serve a far comprendere come funzionano le garanzie e quanto sono importanti i Fondi di Garanzia per facilitare l’accesso al credito e/o per abbattere il costo del danaro per le imprese. Tuttavia, nel caso delle imprese – i cui finanziamenti sono fisiologicamente meno rischiosi, rispetto a quelli offerti ad un privato, perché il privato può fare affidamento solo sulla sua forza lavorativa, mentre un’impresa è un’entità che, fisiologicamente, coinvolge più forza lavoro ed è proiettata ad incrementare la propria produzione  e fatturato – l’effetto moltiplicatore della garanzia prestata è molto più elevato.

In altre parole, con un accantonamento di 5.000 Euro, la banca potrebbe prestare all’Impresa molto più di 80mila Euro…a seconda del settore di attività, dell’anzianità dell’azienda, della qualità dell’imprenditore ecc. fino a 20 volte tanto (mediamente).

 A questo punto, dovrebbe essere chiaro come l’esistenza di un Fondo di Garanzia per il Microcredito sia una misura enormemente significativa per favorire lo sviluppo delle ns piccole e piccolissime imprese, migliorando la qualità del credito erogato dalle Banche e massimizzando le possibilità di effettuare, ad esempio, investimenti a favore della produttività e della creazione di opportunità di lavoro.

 Per tornare all’esempio matematico (errato) dei ns “interlocutori”:

 RAGIONAMENTO ESATTO DI FUNZIONAMENTO DEL FONDO PER IL MICROCREDITO

23 milioni * 20/7.000 PMI = 65.000 Euro di finanziamenti esenti da garanzie cadauna

 A conclusione del ns intervento vorrei richiamare l’attenzione di chi legge sul fatto che il moltiplicatore ipotizzato (20) è un moltiplicatore non spropositato ma ovviamente convenzionale. Nella realtà, a seconda del tipo di settore d’intervento (energie rinnovabili, edilizia, imprenditoria giovanile ecc.) viene applicato un moltiplicatore diverso. Ricordo che, negli anni in cui ebbi l’opportunità di occuparmi dei Fondi di Garanzia istituiti dalla Regione Toscana (2003-2005) il moltiplicatore – ad esempio – utilizzato per le start up (la classe più rischiosa di PMI, perché percepita, almeno in Europa, come meno affidabile, in quanto priva di track record aziendali (cioè di “storia” della gestione), veniva applicato un moltiplicatore pari a 16. Tuttavia, nel caso dell’imprenditoria femminile, che non aveva limiti strutturali ma solo legati alla sotterranea diffidenza delle Banche nei confronti di imprenditrici che, in quanto donne, si ritenevano lavoratori fisiologicamente part time (sic!) il moltiplicatore poteva arrivare fino a 40, a seconda del settore produttivo di appartenenza. Pensate che per l’intera Regione Toscana – non certo una Regione povera – il Fondo – che non riusciva mai ad essere utilizzato interamente – era dotato di circa 10 milioni di Euro.

Ricordiamoci, inoltre, che il Fondo per il Microcredito ha natura rotativa: questo è importantissimo. Vuol dire che, una volta estinta la garanzia, cioè quando il prestito è stato restituito interamente alla Banca, le somme messe a garanzia si liberano e possono andare a finanziare altre imprese.

 Una cosa che mi addolora – in quanto esperto di finanziamenti bancari – è che i ns giovani e brillanti ragazzi portavoce dei 5 Stelle – in primis Luigi Di Maio – sono spesso talmente bersagliati nelle interviste, da non poter raccontare tutti gli aspetti positivi dell’iniziativa. Per le ragioni che vi ho esposto, le donazioni fatte dai portavoce del Movimento 5 Stelle non valgono 23 milioni ma molto di più, perché già in fase di primo utilizzo, quelle risorse vengono moltiplicate, potendo generare centinaia di milioni di finanziamento. Inoltre, poiché si tratta di somme che nel 93% dei casi tornano nella disponibilità del Fondo, quei 23 milioni, moltiplicati per 20, saranno utilizzati altre centinaia di volte, ogni qualvolta ne verrà fatta richiesta da un’impresa. Infine, se consideriamo che la misura di finanziamento massima, per la quale è consentito l’accesso al Fondo, è di circa 30mila Euro, comprenderete quante centinaia di migliaia d’imprese possono essere, nei decenni a venire, aiutate.

Ci sarebbe ancora tanto da scrivere ma resto a disposizione per chiunque volesse approfondire la materia e riporto, in calce, estratti esplicativi del funzionamento del Fondo, ripresi dal sito del Ministero per lo Sviluppo Economico (MISE).

 A riveder le Stelle e W l’Italia e le sue PMI, orgoglio internazionale per tutte/i Noi.

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