Voi che sapete … le Ali della libertà

Nel 1786, a Vienna, veniva rappresenta- per la prima volta – l’opera “Le Nozze di Figaro”: adattamento tedesco della celebre figura spagnola del barbiere Figaro. Mozart, il compositore, scelse il librettista italiano Daponte per la composizione dei testi.

Si tratta di uno dei massimi vertici dell’arte operistica di tutti i tempi. La sapiente composizione si avvale della fusione della lingua italiana – ritenuta la più adatta per le composizioni operistiche – con la magistrale tecnica musicale germanica. Il tessuto dell’opera, però, ha il suo impianto narrativo nel susseguirsi di eventi e colpi di scena, tipici del romanzo e del teatro barocco iberico.

L’aria qui riportata riguarda la scoperta, da parte del giovanissimo Cherubino (con voce da mezzo soprano perché all’epoca interpretato da un castrato) dei tormenti d’amore tipici dell’adolescenza. L’universale bellezza di questo brano ne rendono comprensibile il valore anche a chi non è appassionato d’opera. Frank Darabont, regista di “Le ali della libertà” lo utilizza per la scena clou del film – tratto da un racconto di Stephen King – in cui il carcerato – ingiustamente condannato all’ergastolo -collega al grammofono gli altoparlanti della prigione, per risvegliare nei prigionieri la speranza di una fuga, anche solo mentale.

Un giorno molto vicino, parole come Germania, Italia, USA, Spagna ecc. non avranno più ragione di esistere e si parlerà unicamente di Governo planetario. L’uomo sarà per sempre libero dalla schiavitù delle prigioni e dei confini nazionali. Vivremo Tutte/i come in una perenne notte dei Mondiali dove il tifo verrà sovrastato dalla gioia di appartenere a un destino comune: quello dell’Umanità.